ArcheoLogica Data 5.2/2025

ArcheoLogica Data è una rivista annuale Open Access (OA) che offre a ricercatori e professionisti la possibilità di pubblicare articoli Open Access con l’obiettivo di contribuire alla condivisione dei “raw data” provenienti da qualsiasi tipo di indagine archeologica – scavo, survey, remote sensing, indagini geognostiche, analisi archeometriche, studio di materiali, ecc… – e di sostenere la scienza collaborativa, senza limitazioni cronologiche o territoriali.

Questo nuovo numero di Archeologica Data accoglie una serie di contributi che spaziano da studi stratigrafici e analisi ceramiche fino alla gestione delle risorse esogene nel Mediterraneo antico, offrendo nuove prospettive su contesti storici e archeologici diversificati. Ancora una volta, la forza distintiva della rivista risiede nella condivisione dei dati della ricerca: tutti i contributi pubblicati sono accompagnati da dataset open data, liberamente scaricabili dal repository MOD. Camilla Cortina propone una revisione stratigrafica dell’area dell’ex Ospedale San Luca a Lucca, basata sui dati ceramici. Il suo studio non solo arricchisce la conoscenza dell’area, ma solleva anche interrogativi sull’attribuzione delle strutture individuate alla corte marchionale, suggerendo l’importanza di una lettura critica delle evidenze archeologiche. Ben Jervis, Kate Autumn Evetts e Benjamin Morton riprendono da una prospet- tiva archeologica il dibattito storiografico sul declino della città nell’Inghilterra del tardo medioevo. A partire dall’analisi dei dati di scavo e degli edifici storici gli autori evidenziano l’insostenibilità di una narrazione univoca di decadenza urbana, propo- nendo un’interpretazione legata alle specifiche vicende locali e basata sul processo di rigenerazione sia degli spazi che della società urbana. Simone Sani, Niccolò Mazzucco, Davide Mengoli ed Elisabetta Starnini esplorano la gestione dell’ossidiana nel Mediterraneo centrale durante il Neolitico, utilizzando come caso studio il sito di Fornace Cappuccini. L’indagine evidenzia come la materia prima esogena fosse utilizzata in modo differenziato rispetto alle industrie locali in selce, rivelando le complesse reti di scambio e specializzazione dei primi agricoltori. Fabio Squarcini Berti e Lorena Bravi presentano un approccio innovativo per l’analisi dei legacy data relativi ai rinvenimenti di epoca etrusca nell’area del Medio Valdarno, utilizzando strumenti di analisi spaziale come QGIS e R. Questo contributo dimostra come l’uso di dati spesso trascurati, possa offrire nuovi spunti interpretativi sulla distribuzione dei ritrovamenti archeologici. Alexandra Teodor propone un sistema di schedatura e analisi per gli insediamenti urbani romani, sviluppato a partire dal caso studio delle città della provincia romana di Scizia (Dobrudja). Il suo contributo delinea una metodologia standardizzata per la documentazione delle caratteristiche urbane aprendo la strada a una maggiore sistematicità nello studio dell’urbanistica antica. Infine, Salvatore Vitale presenta una sintesi contestuale delle sequenze occupazio- nali preistoriche e protostoriche dell’isola di Kos, risultato del “Serraglio, Eleona and Langada Archaeological Project” (SELAP). Integrando dati di scavo storici e recenti, questo studio dimostra ancora come i legacy data, se criticamente interpretati, possano offrire contributi significativi alla conoscenza archeologica. Questi contributi eterogenei dimostrano come la rilettura critica dei legacy data possa offrire nuove prospettive e approfondimenti e sottolineano l’importanza fonda- mentale di condividere i dati grezzi della ricerca. La disponibilità di dataset open data nel repository MOD garantisce trasparenza, verificabilità e un dialogo continuo nella comunità scientifica, promuovendo una ricerca archeologica solida e collaborativa.